Sono
almeno tre milioni e 250 mila i professionisti in Italia che
risiedono negli ordini professionali. Una bella percentuale di
individui che caratterizzano il ceto medio come trasversale, poiché
chi può dire se questi siano di destra o di sinistra?.
Franz
Foti nel suo nuovo libro, “I disarmati”, non dispensa elogi per
nessuno, o quasi.
Il
giornalista e scrittore, nonché docente universitario, prova
tuttavia ad individuare le responsabilità politiche della palude in
essere e a tracciare una strada per la ripresa del ceto medio, la
classe sociale degli estinti.
D:
Chi sono i “disarmati”?
R:
Sono
tutti coloro che non hanno voce in questa fase prolungata di crisi.
In particolare i ceti medi in quanto disarmati dal punto di vista
professionale delle carriere all'interno delle aziende. Diversamente
dagli operai questi non conoscevano la sofferenza a causa della
perdita di lavoro, quindi hanno più difficoltà a stare dentro
un'ottica di ristrettezza.
D:
Che posto occupa e occuperà il ceto medio in europa? Continuerà ad
ingrossare le file degli euroscettici?
R:
Ancora
per poco, non c'è più spazio per nessuno di essere scettici bisogna
sporcarsi le mani. La crisi è tale che nessuno può chiamarsi fuori,
grillini compresi. Una forza politica che si fonda sull'ombelico dei
propri dirigenti, alla Passera per intenderci, non può produrre
niente. Renzi è riuscito a sdoganare il voto per Renzi senza essere
necessariamente provenienti dalla sinistra. Poiché il ceto medio ha
una caratterizzazione di trasversalità risiede ovunque. Volerlo
ingabbiare in un raggruppamento politico è vera banalità politica;
chi può dire se tre milioni e 250 mila professionisti che risiedono
negli ordini professionali siano di destra o di sinistra?
D:
Quale futuro per il ceto medio?
R:
Consiste
in questo: mettere al centro il lavoro per la ripresa e la crescita.
Nel ceto medio risiedono le intelligenze ed i saperi maggiori , le
abilità progettuali, l'innovazione e la creatività. Un paese che
non lo considera nucleo centrale di questa ripresa, che rinuncia a
queste abilità è un paese che volge al declino. Incrociare la
ripresa e l'occupazione significa offrire a questa classe sociale
l'opportunità di ricostituirsi, anche se su basi nuove, prendendo in
mano le sorti del paese anche dal punto di vista politico ed essere
fonte di rinnovamento e radicale trasformazione.
D: E
chi potrebbe rappresentare le istanze di questa classe sociale?
R:
Quella
che io propongo è la via dei riformatori: coloro che stanno
cavalcando la post ideologia: Matteo Renzi è un post ideologico. E'
il primo di una nuova serie di governanti che mette in soffitta la
vecchia socialdemocrazia europea e nazionale. I piccoli partiti
satelliti non sono utili dal punto di vista della costruzione di
grandi blocchi di maggioranza, perché solo i grandi blocchi in
Europa hanno voce in capitolo.
D:
Dunque una crisi causata dalla presenza o dall'assenza dei partiti?
R:
I
partiti dovevano essere raccoglitore di consenso e idee, invece sono
diventati nemici del popolo e hanno contribuito al declino etico ed
economico di questo paese. Sarei ancora più duro.
D:
Un avvenimento in cui ravvede l'inizio vero e proprio del declino del
ceto medio?
R:
Nel 2008
con la crisi internazionale, riassetto della finanza, riassetto delle
imprese e delocalizzazione. La grande impresa sotto i colpi della
crisi ha cominciato a rimaneggiare gli organici lasciando a casa
gente di 40 anni: ingegneri, fisici e gente di alto profilo
professionale senza più possibilità di rientro.